BREVE CONCLUSIONE

La psicologia quindi non può limitarsi a studiare solo il comportamento umano ma deve tenere presente che l’uomo è corpo e anima. Diversamente non può essere considerata uno studio completo, come dice Lucine Mueller: << Il motivo comune è insomma sempre quello di dimostrare che la psicologia non possa essere costituita al livello dell’esperienza intesa in senso positivista e materialista; di stabilire che una tale esperienza finisce per mutilare, imponendole uno schema, la realtà che pretende di studiare.>> E. Pompey ribadisce che: << La psicologia religiosa è primariamente una disciplina parziale della psicologia applicata, ossia della psicologia etnica o della teologia comparata. Essa si occupa del fenomeno psichico “religione”, e le particolarità e i modi di comportamento specificatamente religiosi di singoli individui. >> 2 , cioè psicologia e teologia sono le origini della psicologia religiosa. Mentre lo psicologo, afferma Antoine Vergote, << accantona il problema della verità religiosa. Il suo sguardo si sforza di essere neutro e obiettivo.>> 3 Ma così ,<< Lo sguardo psicologico non sarebbe più obiettivo se rimanesse interamente all’esterno dell’atteggiamento religioso e dei motivi ch’esso si dà.>>  4   

 IL CASO TURI ( sintesi)

Si presentò anni fa, un signore di circa 70 anni, invitato da un iscritto. Un signore molto gentile, di buon aspetto, ma non appartenente a nessuna configurazione religiosa.  Turi, così si chiamava,  non permetteva interruzioni, e noi dovevamo ascoltare tutti i messaggi che lui riceveva giornalmente dai “fratelli di luce” e dai “fratelli extraterrestri” più evoluti della razza umana.  Ci disse che credeva molto in Dio, e ci rese edotti della realtà divina. La compagna di Dio  era una donna – satana, il male -, è per questo che le donne umane sono cattive, perché sono la parte cattiva di Dio.  Ci disse che bastava che “schioccasse le dita” e gli compariva davanti un angelo o un fratello di luce o Sai Baba o un extraterrestre, o il comandante della flotta astrale un certo Astar Sheran, e quant’altro lui desiderasse. Ci parlò dei suoi viaggi astrali in giro per le galassie ecc…  Camuffava la sua frustrazione, -  usando i suoi onirismi e la sua mitomania, dimostrando la sua megalomania, per nascondere il suo complesso di inferiorità e la sua ricerca di certezza esistenziale - , con l’elencare questi suoi straordinari poteri. 13     Turi ... non venne più e aprì una sua associazione, di cui fece parte la persona che lo aveva invitato.  Seppi che la sua   organizzazione   si   era   sciolta   perché   i   partecipanti  erano  fuggiti.     Come possiamo intuire, il problema esistenziale è alla base di ogni ricerca e la mancanza di uno scopo reale porta all’insorgere di patologie varie.    Se osserviamo ciò che ci circonda, il cuore soffre di malinconia. Vere e proprie malattie sono diventate ormai modi di vita: l'esaurimento, la depressione, l'agitazione, i complessi d'inferiorità, l'impazienza, l'aggressività, la ribellione contro la società, l'ostilità, la paura, l'angoscia, la ricerca di una superiorità a tutti i costi, le fobie, la chiusura in piccoli gruppi, la ricerca della superiorità religiosa, la superbia nel definirsi detentori della verità assoluta, la superficialità... Molti valori primordiali sono stati falsati: la sessualità, l'educazione, il clima sociale, le religioni, i valori etici umani...   E' penoso constatare quanti siano ridotti a un “nulla”, rispetto a quello che sono sin dalle origini della creazione. I rapporti umani sono molto diminuiti. La folla e la massa, con i loro principi, indotti dalla pubblicità e dal consumismo, sostituiscono l'individuo cosciente. Il passeggiare tranquillamente è considerato una forma di pigrizia. E' scomparsa la padronanza di sé. La calma e la serenità sono ormai oggetto di curiosità e di critica. Un'azione che impegna le facoltà intellettive e che dovrebbe essere normale, viene considerata straordinaria. Sempre di più molti uomini inconsciamente hanno orrore di sé stessi, senza sapere che proprio questo è il punto di partenza di ogni grandezza... a condizione di capirne i motivi e iniziare un’analisi di sé stessi.    L’uomo nasce, cresce, muore. Ogni fase della vita presenta i suoi  aspetti sia positivi che negativi. Gli interrogativi dell’uomo sono tanti, molteplici e diversificati sia da uomo a uomo che per fasce di età diverse.    << L’esistenza di un individuo umano dipende sempre e in ogni momento da tre processi fondamentali che si possono considerare complementari l’uno dall’altro.>>14  Ma un interrogativo comune a tutte le fasce di età è del perché moriamo. Ne la psicologia   ne   la scienza   hanno  ancora trovato una “cura” contro la morte, che diventa così, in apparenza, una rassegnazione e passa dal conscio all’inconscio e poi dall’inconscio al conscio nei momenti particolari di sconforto, abbattimento,  malattie fisiche, avanzamento dell’età, solitudine ecc.., divenendo, in alcuni casi una vera nevrosi e nei casi più gravi una psicosi. La paura della morte può portare l’uomo a comportamenti di vario genere. In alcuni porta al deperimento, in altri alla rimozione, ad altri ad una parvente eccessiva vitalità e/o mondanità.  In ogni caso porta ad una alterazione del carattere, che si trasforma in eccessiva remissione  e sottomissione agli altri, o in eccessiva aggressività verso gli altri.  Può anche portare ad una eccessiva e falsa religiosità  o ad una eccessiva    irreligiosità.   L’eccessiva religiosità porta all’esasperazione della forma di giudizio verso gli altri; tutti sono servi del diavolo,  ciechi nella interpretazione della legge Divina, e non  si abbandonano nelle mani di Dio. Nei casi più gravi porta all’integralismo e ad applicare la presunta  volontà di Dio contro la società o contro una tale o talaltra organizzazione sia civile che religiosa.   Ecco che questa indagine ci fa tornare all’inizio, cioè al problema esistenziale e ai dubbi.  Chi sono? Cosa sono? Perché sono nato? Perché vivo? Esiste una vita oltre questa vita? Esiste un Creatore? In che rapporto è il Creatore con la sua creatura? Se esiste Dio perché punisce l’uomo? Esiste l’anima, cosa è? Che differenza c’è tra l’anima e lo Spirito? Se esiste l’anima, cosa succede all’anima quando l’uomo dorme? I quesiti esistenziali che l’uomo si è sempre posti diventano la base di una esistenza serena se si ricevono le giuste risposte.  << Così intesa, una storia della psicologia dovrebbe agganciarsi all’etnologia e alla psicologia religiosa, comportare una storia completa delle religioni e, insomma dar luogo a un’impresa interminabile.>>  29    La psicologia religiosa deve quindi aiutare l’uomo a ritrovare lo scopo della sua esistenza.  Lo psicologo religioso deve    adottare  i   metodi   e i  mezzi   necessari affinché l’uomo scopra se stesso, dia senso alla sua vita e ritrovi il suo rapporto con il Creatore. << L’uomo diventa veramente se stesso, quando corpo e anima si ritrovano in intima unità, la sfida dell’Eros può dirsi veramente superata, quando questa unificazione è riuscita.>> 44  Ma se l’uomo è malato come può essere se stesso? Ecco che occorre un aiuto esterno. La psicologia e la psicologia religiosa sono una scuola di saggezza e di equilibrio.  Lo psicologo religioso deve quindi cercare per prima cosa di aiutare l’uomo a ritrovare la propria materialità e la propria mente.  Le superstizioni religiose vengono confuse e vengono spesso considerate “dogmi” esistenziali.  Dovrà essere capacità dello psicoterapeuta adamitico o dello psicologo religioso, riuscire ad estirpare tutte quelle usanze religiose derivate, non dalla parola di Dio o dalla tradizione della Chiesa,  ma da comportamenti errati della  superstizione della massa e divenuti usuali e quasi magici per ottenere benefici terreni ed egoistici; suscitati da conoscenze ataviche di maghi e fattucchiere e dall’ignoranza.

Giuseppe Iaci

PREFAZIONE ( sintesi)

Come abbiamo detto, ci sono varie forme di nevrosi e varie forme di psicosi più o meno lievi e più o meno gravi. Nel riuscire ad individuare in una nevrosi o in una psicosi, il motivo inconscio che ha suscitato tali comportamenti, sia di natura psichica che religiosa, consiste e si sviluppa l’oggetto dello studio. Tale indagine psicologica la  possiamo chiamare ”psicologia religiosa”.  Infatti  può essere considerata una psicosi il rinnegare totalmente l’esistenza di un Dio – Ateo - ;  il  non porsi il  problema dell’esistenza di  un  essere  superiore - Agnostico - ; il credere fermamente nella Sua esistenza – Santi - ; il seguire la scrittura senza un’analisi teologica razionale e pratica – Gnostico - ; Il voler effettuare il culto Divino in modo rigoroso e tradizionale -  Ortodossia -  ecc… Dire di  credere in Dio ma avere dubbi sulla sua esistenza può essere considerata una nevrosi. Può considerarsi una nevrosi più o meno grave in relazione alla consistenza del dubbio dell’individuo. Come distinguere dunque la fede dalla nevrosi o la Santità dalla psicosi?  Oggi la ricerca forzata di spiritualità porta alcuni a credere, in molteplici forme, a cose inventate ed elaborate da altri uomini detti “ ispirati”. L’uomo oggi si associa e si attacca a qualsiasi teoria senza esaminare con razionalità i cosiddetti messaggi o messaggeri o contattisti. Ecco che si scivola in reali nevrosi e psicosi camuffate da una presunta fede, << Senso di colpa nevrotico: immaginaria spiritualità; Senso reale del peccato: spiritualità concreta.>> 6 , dove lo “psicologo religioso” deve saper individuare l’uomo di fede dal malato psicologico. Le due cose sono talmente simili che diventa un lavoro arduo.  << E la psicologia, eliminando questi falsi sensi di colpa, “chiarificando la colpa” , prepara la via a una autentica religione.>> 7   A questo scopo è opportuno che uno “psicologo religioso” deve possedere una approfondita conoscenza sia in teologia che in psicologia, oltre ad essere un vero credente.  Quindi possiamo definire la “psicologia religiosa”. E’ “Psicologia Religiosa” la ricerca razionale nell’irrazionale comportamento umano e lo studio del comportamento individuale in soggetti particolari che subiscono alterazioni nel carattere in modo lento o in modo netto. E’ anche psicologia religiosa il saper distinguere la fede dalla nevrosi e la santità o la misticità dalla psicosi. Il compito è arduo e difficile e occorrono studi approfonditi, nel tempo, sul soggetto da esaminare.  La Psicoanalisi è la scienza fondata da Sigmund Freud, ; analizza i processi psichici dell’inconscio, per lo più allo scopo di curare i disturbi nervosi e le manifestazioni patologiche della personalità originate da conflitti interiori, di cui il paziente non è consapevole.  Lo psicologo religioso deve essere in grado, nell’esaminare il soggetto, di mantenersi religiosamente neutrale, ed esaminare ogni “stranezza” nel soggetto  con metodologia  scientifica. Possiamo dire che il compito dello psicologo religioso è anche quello di riuscire a scavare nell’inconscio personale del soggetto per eliminare, alle origini, comportamenti presunti religiosi o areligiosi che non sono propri dell’individuo e donare una corretta visualizzazione del problema spirituale.  Alcuni soggetti, ritenendosi ispirati da Dio, da Angeli, da spiriti di luce, da fratelli di luce,  scambiamo spesso una nevrosi o una psicosi come un dono ricevuto da Dio e trasmettono, con autorità ad altri soggetti più deboli, le loro ispirazioni allontanandoli dalla razionalità e quindi allontanandoli dal vero misticismo e dalla loro vera fede di appartenenza. Ciò avviene chiaramente per scarsa conoscenza delle scritture e per scarsa fede da parte di questi ultimi.  Un altro compito dello psicologo religioso è quello di cercare di portare il soggetto in esame, alla conoscenza reale della propria appartenenza al Dio unico.  In definitiva possiamo dire che: E’ psicologia religiosa la razionalizzazione del rapporto tra Dio e L’uomo e l’estirpazione di nevrosi e psicosi comuni per la razionalizzazione dell’individuo.

INTRODUZIONE (sintesi )

Fin dalle origini, l’uomo si è sempre chiesto chi è, da dove proviene e dove finirà. Si è sempre posto la domanda: perché vivo?  << Oggi si impongono con maggiore urgenza alla coscienza di chiunque voglia vivere la sua esistenza in modo veramente umano. >> 1   In questo scritto ho cercato  di rispondere a questo quesito ma non teologicamente ne psicologicamente ma trattando l’essere in quanto essere e cioè composto di materia, parte dello studio psicologico – psiche -,  e Spirito  parte dello studio teologico – pnèuma -. Questa scissione in realtà non esiste ma la psicologia sperimentale ha studiato il comportamento del carattere scindendo necessariamente, per negazioni di autorizzazioni dalle organizzazioni religiose, la psiche dall’anima spirituale.  La filosofia prima o metafisica << La metafisica è definita come “ la scienza dell’immateriale … Ma al centro della metafisica è necessariamente lo studio di ciò che, in ogni essere, fa sì che esso è. >> 2,  l’antropologia ed infine la teologia hanno cercato di mantenere unite sia la materia che l’anima ma affrontato il problema dal punto di vista specifico sia antropologico che teologico.. L’antropologia certo è a carattere più materiale ma ha cercato comunque di spiegarsi i comportamenti dell’individuo completo con priorità alle sue origini e al suo comportamento socio-politico.

          Ho sempre creduto nel profondo del mio cuore che l’uomo è inscindibile dalle sue due nature, fisica e spirituale. Quindi psicologicamente un soggetto va esaminato nella sua totalità. Cercherò quindi di dimostrare che le due cose devono essere considerare in modo equilibrato e univoco per arrivare a quella che io chiamo “Psicologia Religiosa” che non è solo lo studio dell’anima ma anche quello del comportamento dell’essere con l’essere e con il Creatore.

 

O fratello mio, quando un vero ricercatore si accinge ad iniziare la ricerca sul sentiero che conduce alla sapienza dell’Antico dei Giorni, egli deve prima di tutto mondarsi e purificarsi il cuore, che è la sede della rivelazione dei profondi misteri di Dio.

2. Psicologia Religiosa. Psicologia del profondo: inconscio naturale, Psicoterapia Adamitica; i casi allo studio. Esempi di rapporto uomo-Dio.

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                                   Psicologia religiosa

Giuseppe A. Iaci

     Nuova disciplina Psicologica di Giuseppe Antonio Iaci

1. Psicologia Religiosa. Analisi psicologica dell'uomo e del suo rapporto con Dio. Aspetti psicopatologici e autenticità dell'esperienza religiosa.

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Hanno contribuito ,per mezzo dei loro scritti,  alla nascita della nuova disciplina psicologica: <"Psicologia Religiosa"- Analisi psicologica dell'uomo e del suo rapporto con Dio - Aspetti psicopatologici e autenticità dell'esperienza religiosa. (Anno 2008) >

Hanno contribuito ,per mezzo dei loro scritti,  al perfezionamento e approfondimento della nuova disciplina psicologica: <"Psicologia Religiosa"- Inconscio naturale  e  psicoterapia dell'uomo integrale - psicoterapia adamitica- i casi allo Studio (Anno 2010 )>

 

 

FACOLTA' TEOLOGICA DI SICILIA - ISTITUTO S. LUCA - CATANIA - LAUREANDI 2009

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